Non c’è pace per Elly Schlein che ha trovato anche in suo padre un curioso “avversario”. Le parole dell’uomo tra guerra e politica.
Nuovo ventata di critiche per Elly Schlein. Questa volta per alcune dichiarazioni di suo padre Melvin. L’uomo ha parlato a Il Corriere del Ticino affrontando tematiche importanti dalla guerra Israele-Hamas fino alla posizione della politica italiana sul conflitto con particolare riferimento alla sinistra guidata, appiunto, da sua figlia.
Schlein, il padre e il “mitra sotto il letto”
Nei primi anni dello Stato di Israele, il padre della Schlein ha lavorato come volontario nel kibbutz di Nahal Oz che si trova a pochi chilometri da Gaza, proprio dove è avvenuto l’attentato di Hamas del 7 ottobre scorso.
In tale ottica il signor Melvin ha spiegato: “La situazione al confine con la Striscia non è mai stata semplice. Anche negli anni ‘60 dormivamo con il mitra sotto il letto“, le sue parole.
Terribile anche l’analisi riguardo a quanto accaduto di recente. L’uomo ha ammesso di aver provato “orrore e grand e preiccupazione” per parenti e conoscenti che si trovano in quelle parti vicino alla guerra. E poi anche l’amara realtà: “Non è la prima volta che assistiamo a un esacerbarsi del conflitto, spesso a seguito di fasi di distensione come quella inaugurata dagli accordi di Abramo, e devo dire che non sono molto ottimista sulle prospettive di risoluzione”.
Il padre della Schlein ha parlato anche della questione legata alle manifestazioni di antisemitismo in Europa: “Non è una novità. L’ho imparato sulla mia pelle, pur crescendo in una famiglia che non andava quasi mai in sinagoga. Per gli altri un ebreo è sempre un ebreo”.
La posizione della sinistra
Si passa poi a parlare del mondo politico italiano ed in particolare della sinistra e della posizione del Pd rispetto alle condanne ad Hamas: “Pd ‘tiepido’ nella condanna? Non è vero. C’è stata e c’è una ferma condanna”.
“Una certa parte della sinistra purtroppo ha finito per unirsi alle file dell’antisemitismo storico”.
Infine le parole anche sulla figlia: “Tutti parlano della soluzione dei due Stati. Anche Elly, ma io le ho detto: ‘ci credo poco’. Implicherebbe una strutturazione delle relazioni e un riconoscimento istituzionale che una parte della società araba non può accettare”.